La recita di Nina

regia Marcella Favilla
con Maria Alberta Navello, Massimo Odierna, Sara Scotto di Luzio, Andrea Monno
Assistente alla regia Silvia Micunco
Scene e costumi Lucia Menegazzo
Disegno Luci Francesco Bàrbera
Assistente tecnico Marin De Battè
Amministratrice e web designer Ludovica Corponi
Musiche di Gyorgy Ligeti a cura di Fabia Salvucci
Riprese video e montaggio Bright Crew
Organizzazione generale Mariano Grimaldi
Produzione Gitiesse Artisti Riuniti S.c.a.r.l.
diretta da Geppy Gleijeses
Si ringrazia il Teatro Quirino di Roma
nelle persone di Geppy e Lorenzo Gleijeses
Con il sostegno del MIBACT e di SIAE
nell’ambito dell’iniziativa “Per Chi Crea

La recita di Nina non è solo uno spettacolo ma il tentativo di condividere, tramite la rete, il lavoro creativo intorno a due classici del teatro intrecciati tra di loro.

Sia Antigone di Sofocle sia Il gabbiano di Cechov trattano il tema – drammaticamente attuale – della contrapposizione tra la generazione dei padri e quella dei figli. In entrambi i copioni sono i figli ad avere la peggio, proprio perché la generazione dei padri con strumenti volta a volta subdoli o palesi, riesce sempre a imporre le proprie regole fino a uccidere o omologare la generazione dei figli.

Quindi, in ultima analisi, sia Sofocle sia Cechov si interrogano sulla possibilità di una ribellione: che cosa si deve fare, per ribellarsi ai padri.

Lo Spettacolo

Siamo nel Teatro Accademico di Jaroslavl (poco più di 250 chilometri da Mosca); è il 1903. Nina, un’attrice che gode di una modesta fama, specie in provincia, si appresta a portare in scena Antigone di Sofocle. Con lei ci sono il giovane capocomico Andrej (che l’ha scritturata per sfruttare la sua popolarità) e la debuttante Olga.  Nina ha appena abbandonato, per l’ennesima volta, il suo antico pretendente Kostia: lo ha lasciato alla stazione di Mosca dopo essersi rifiutata di seguirlo imbastendo di nuovo una relazione con lui. Nina forse non ha futuro, si dice, ma non vuole avere nemmeno passato.

L’azione inizia nel momento in cui Nina e Olga iniziano a provare la scena d’apertura di Antigone, quella tra Antigone e Ismene. È alla fine di questa scena che entra trafelato Andrej (cui nello spettacolo che si sta preparando è destinato il ruolo di Creonte): sarà a lui dare a Nina la notizia che Kostia si è ucciso, a Mosca, subito dopo la partenza di lei.

Le intenzioni di Andrej non sono chiare: forse vuole approfittare della situazione per sedurre Nina, ma forse vuole solo approfittare del difficile momento di lei per sostituirla con l’altra attrice, Olga, che comunque egli è determinato a sedurre. Ed è a loro due, Andrej e Olga, che Nina racconta la sua storia: una storia fatta soprattutto di sogni mancati e di una mancata rivalsa sulla generazione “dei padri”; quella che, in ogni modo, ha costantemente e tenacemente tentato – con successo, ovviamente – di tenere lei e Kostia in una sorta di limbo o eterna adolescenza che ha impedito loro di vivere a pieno la loro vita.

Lentamente, il racconto di Nina si sovrappone a quello di Antigone al punto che quando Andrej, aiutato da Olga, prova la scena di Emone e Creonte, Nina interviene per dire le sue ragioni contro tutti i Creonte della storia. Ma la sua è quasi una crisi di nervi, dalla quale Nina esce spossata: Andrej prima l’accompagna a riposarsi e poi torna da Olga svelando il suo progetto di sostituire Nina con lei (ovviamente chiedendo in cambio alla ragazza una ricompensa “sentimentale”). Nell’impasse che si crea tra Andrej determinato nella sua seduzione e Olga che non vuole cedere, interviene Nina la quale, credendo che i due siano innamorati, decide di tirarsi indietro e di lasciare che sia Olga a interpretare il ruolo di Antigone… Fino al colpo di scena finale.